Uomo + Uva = Vino
Quanto mi è mancata questa fiera?
Tanto, veramente tanto.
E finalmente, dopo questo periodo intenso ed alternativo di chiusura dovuto alla pandemia, a poco a poco si sta ripartendo.
Domenica 31 Ottobre e Lunedì 1 Novembre Vini di Vignaioli (comunemente identificata come Fornovo) ha riaperto in una nuova location, a pochi chilometri da quella storica.
Sarà che mi mancava tanto, ma quest’edizione l’ho vista molto positivamente: gli occhi di tutti brillavano, lo spazio era ampio e luminoso, i calici si innalzavano per brindare al presente, ai vini del cuore e alle amicizie tra vignaioli e ospiti che finalmente si rivedevano dopo tanto tempo.
Tanti nomi nuovi da scoprire, ma anche tante conferme sulle mie bevute preferite e sui vignaioli che mi trasmettono la felicità di poter bere bene e senza fronzoli.
PEZZALUNGA: piccolo produttore vicentino che tra i suoi magici tagli bordolesi, ha proposto pure le etichette di suo fratello tra le quali spiccano un Pinot Bianco romantico e lussurioso e una Durella ferma macerata 15 giorni e piena di personalità.
VILLA CALICANTUS: come non potermi fermare da Daniele che sui colli sopra Bardolino propone sempre versioni indimenticabili dei suoi Chiarotto, La Superiora e Avresir.

I CACCIAGALLI: Aorivola e Zagreo in perfetta forma e da bere a fiumi anche per l’annata 2019 (la nuova messa in commercio).(Leggi qui)

RICCARDO DANIELLI, che nel suo piccolo fazzoletto ad Allerona, coccola le sue vigne per uscire con Pliocene, Cinquemila lire e Un giorno Capirai, ispirate alla sua infanzia con il nonno. Piccole meraviglie. (Leggi qui)

PIERO RICCARDI – LORELLA REALE che mi hanno fatto scoprire un Cesanese di Affile su terreno vulcanico dotato di una beva incredibilmente “Borgogna Style”.

COLICCHIO con i suoi Cinquanta Filari da sbicchierare con facilità e goduria.

JOSEF altra conferma strepitosa tra i suoi vini da macerazione carbonica e la veste più improbabile ed accattivante di Trebbiano di Lugana da farti fare la piroetta.
CANTINE DELL’ANGELO L’essenzialità dell’essere territorio, del grande Greco di Tufo più persistente che mai e dalle mille sfaccettature che si sposano tra gusto e olfatto.

TENUTA L’ARMONIA con Bolla che adoro sempre più. Bollicina cremosa, acidità decisa e un ricordo indelebile in bocca. (Leggi qui)

KOI che mi ha permesso un viaggio di bontà tra Grasparossa, Sorbara e Trebbiano modenese.

ROCCA RONDINARIA e le sue varianti di Dolcetto di Ovada imbattibili, anticipate in degustazione dal nuovo Timorasso Gagà.

E loro, i mitici CASTELLO DI STEFANAGO, che hanno battezzato il nuovo packaging sostenibile per il metodo classico e per l’ennesima volta mi hanno lasciato senza parole: Pinot Noir 36 mesi sempre al top, verticale di Riesling renano 2015/2014/2011, l’ancestrale Centomesi di Chardonnay che si meritava una canzone d’amore e il piccolo nuovo Sbarbatello che trasmette leggerezza ed armonia. (Leggi qui)
Ma che bontà
questa fiera qua!
Alla prossima!
#cincin
ps: A fine paragrafo dedicato alle cantine riviste, vi ho messo il link del mio racconto dell’azienda.
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