Il Metodo Classico secondo Campagnari – Goito (MN)

In questa primavera anomala ho optato per un tour nell’entroterra del mio amato Lago di Garda, dove la sua aria mitiga il clima e lascia lo zampino nei calici.

Oltrepassando a sud la rinomata zona del Lugana, le colline moreniche ospitano, principalmente nella provincia di Mantova, il frizzante rosso italiano d’eccellenza, il Lambrusco.

Voglio però raccontare un’avventura diversa. Tra Volta Mantovana e Monzambano, negli anni Novanta, un Professore di nome Michele Campagnari ha investito sui quei colli con le sue prime produzioni di vino, piantando tre uve blasonate per lo spumante, come Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco, lasciandosi intorno produzioni di uva Ruberti (vitigno autoctono per la produzione appunto della Doc Lambrusco Mantovano).

Oggi, dopo oltre vent’anni, la sua azienda Ca’ Roma si presenta nel mondo enologico con il nome FRATELLI CAMPAGNARI, con sede a Goito (MN).

Dietro alla nuova veste ci sono quattro fratelli, i figli di Michele, e a dirigere in prima linea la gestione dell’azienda agricola familiare è Maria. Dieci ettari di terreno vitato suddivisi in vari appezzamenti collinari tra Volta Mantovana e Borghetto, condotti con lotta integrata su un suolo scheletrico e bianco, povero di nutrienti ma in compenso molto minerale. La resa per ettaro si aggira attorno agli 80-90 quintali, con una produzione limitata a sole 20.000 bottiglie annue in quanto la restante parte delle uve vendemmiate viene venduta.

Il 90% delle etichette è rappresentato da spumanti champenoise millesimati (seppur non dichiarati sul fronte delle bottiglie per scelta aziendale) creati da uvaggi differenti delle tre uve.

L’ouverture tra il perlage di casa Campagnari inizia con il ROSE’: 85% Pinot Nero e 15% Pinot Bianco, 12 g/L di residuo zuccherino, 36 mesi di affinamento sui lieviti e sboccatura ottobre 2018. Osservando la sua veste color cipolla ramata, con riflessi oro-rosa che brilla di luce propria, la curiosità si è scatenata. Scintille croccanti al naso che stimolano la ricerca di cibo e vino, accostate a polvere, gesso, fiori secchi e paglia. In bocca prevale il gusto dell’uva e del vino senza fronzoli, il perlage non vince la battaglia in prima persona bloccando il palato. Le bollicine fini sono incorporate nel sorso pieno e leggero (in termini di facilità di beva). Pulisce e non infastidisce il tono acido rigido che arriva in fase secondaria rispetto la salinità. Il lievito è preziosamente incastrato nell’equilibrio del vino che conclude il suo percorso degustativo con ricordi di pompelmo e ribes rosso.

ELEGANT è il gemello eterozigote di Rosè per permanenza sui lieviti e sboccatura. Varia l’uvaggio con 50% di Pinot Bianco e 50% di Chardonnay, il residuo zuccherino scende a 10 g/L. Il suo colore giallo paglierino carico con sfaccettature dorate è intenso e lucente. Profuma di susine gialle e fiori di campo. Nuovamente la beva è facilissima apprezzandone l’eleganza. Sembra una gassosa spiritosa con alcune sensazioni al palato che ricordano il lime. Gustandolo con una temperatura di servizio leggermente più alta riempie la bocca con un buon corpo ed il sale lascia la scia. Nella sua lunga persistenza risulta particolare il retrogusto con tocchi erbacei e di liquer accattivante. Da aperitivo ma anche da abbinamento a tutto pasto.

Sono 60 invece i mesi della cuvée MILLESIMATO, annata 2010, con 1/3 Pinot Nero, 1/3 Pinot Bianco e 1/3 Chardonnay. Un signor Lievito croccante si manifesta elegantemente tra le note all’olfatto, accostato alla mineralità, al muschio e a sensazioni (fittizie) di legno di mobili antichi. Cremoso e persistente, senza scogli di durezze o morbidezze prevalenti. E’ un equilibrio di piacere che potrei consigliare come un aperitivo strong a secco o da grandi antipasti e primi piatti.

EXTREME entusiasma per l’eleganza e la sua storia che trasmette al naso, principalmente per merito dello Chardonnay. La cuvée è la classica del Millesimato, annata 2007, 6 g/L di zuccheri residui, 120 mesi sui lieviti, sboccato a giugno 2018. Il suo sorso è intrigante, pieno e lungo, richiama l’abbinamento ai crostacei. Sa’ di polvere di caffè mischiata a crosta di pane e succo di limone. Chiudendo gli occhi diventa brezza marina, sabbia, lettino, un bel libro e Adios. Impone relax di meditazione. Grande bollicina, da riprovare sicuramente.

Quattro spumanti fatti bene, puliti, eleganti e soprattutto non scontati.

L’ottimo rapporto qualità-prezzo è sicuramente un altro parametro che incentiva alla scoperta di quest’azienda. Se la soddisfazione che proverete assaggiandoli sarà a un buon livello allora potrò essere appagata del lavoro di approfondimento che cerco di fare nel tempo libero, dedicandomi a questi racconti per voi che non avete limiti nella ricerca di nuovi stimoli di-vini.

Alla prossima!

#cincin

 

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