È trascorso un po’ di tempo dal mio ultimo tour per cantine, quando sono andata a conoscere Andrea Pendin e la sua Tenuta l’Armonia vicino a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza.
Parlare di un vignaiolo, della storia dei suoi vini e della sua cantina sarebbe limitativo. Mi sono trovata di fronte ad una persona costantemente attiva nella costruzione di una rete di aziende e di figure che puntano al valore e all’identità del proprio territorio, dando vita a quelli che vengono definiti da Andrea “PROGETTI VINO”.
I 27 Progetti finora realizzati puntano all’espressione di quell’idea di vino che non guarda solo all’uva o al terreno, ma che idealizza il più possibile l’insieme degli elementi e l’animo dei vignaioli (sei produttori vicentini al momento, ognuno con una precisa funzione nell’organigramma di questa realtà POP).
La zona di produzione dei colli vicentini e berici regala leggiadria, finezza, freschezza, acidità e mineralità. I 24 ettari lavorati sono frazionati in Tanti vigneti, in Tanti Cru, in Tanti terroirs differenti.
Tenuta l’Armonia è una piccola azienda condotta in biodinamica, ancora ai primi passi, anche se nata nel 2009 quando Andrea e la sua famiglia si trasferirono in campagna. Un contadino del posto concesse una vigna ad Andrea (a quel tempo consulente nel settore della ristorazione), dandogli la possibilità di aprirsi al mondo del vino.
La sua storia è partita effettivamente da zero, con il supporto di un amico enologo.
Dalle prime lavorazioni di quel vigneto misto anni ’60-’70 nacquero 2000 bottiglie di un vin de garage di grande successo che portò Andrea sul “mercato”, spronandolo ad investire il resto della sua vita in quel mondo.
Due anni dopo, nel 2011, l’amico enologo si trasferì ed Andrea si intersecò nei marchingegni del lavoro in cantina. Iniziò inoltre a visitare numerose realtà vitivinicole in Italia, Francia e Slovenia, frequentò diversi corsi per comprendere l’arte del “creare vino”, dalla vigna alla cantina. Un mese di Loira nel 2013 però gli confermò quale filosofia e strada seguire nella creazione dei suoi progetti.
Da qui il concetto di non utilizzare uva cruda e fare in vigna un grande lavoro di pulizia dei singoli acini per avere vini puliti, minerali, lunghi e persistenti.
La prima parola chiave è TAGLIO, non focalizzandosi su un’uva. La seconda parola chiave è MACERAZIONE, perchè in tutti i suoi vini c’è sempre una parte di uva macerata.
Con la sua rete di “compagni di esperienze” condividono idee per poi cercare di produrre un vino che abbia i risultati attesi dal progetto iniziale. Tanti esperimenti che non definiscono sempre un punto di arrivo definitivo, ma un punto di partenza per il miglioramento della ricerca continua.
Tenuta l’Armonia si presenta con tre linee di prodotto:
POP sono i vini non per tutti, seppur siano i più facili e semplici da bere. Un bianco, un rosso e un frizzante con quest’aria beverina.
CRU sono i fratelli contrari dei POP. Un metodo classico con lunghe soste sui lieviti, un bianco da iper maturazione in pianta e un rosso da iper macerazione sulle bucce.
LAB è la linea non-statica in quanto in base all’annata gli stili dei progetti variano. Sono tutti vini realizzati a quattro mani, in collaborazione con altri vignaioli interni o esterni alla squadra. Ad esempio, in lavorazione ci sono un Tai rosso in anfora per la reinterpretazione di un preciso territorio e un Metodo Classico Non-Classico, prodotto con uve non da spumantizzazione classica: Freisa, Timorasso e Pecorino.
Con lo stile POP ho provato FRIZZI PET-NAT 2017, un Pinot Nero rifermentato in bottiglia con una piccola parte di Pinot Bianco e Durella che proviene da una vigna a 600 metri in zona Calvarina, vicino a San Giovanni Ilarione (vigneto non di proprietà, ma fin dal 2013 seguito direttamente da Andrea già dalla potatura e dal sovescio in vigna).
Non esiste una ricetta standard anche se viene cercata una certa continuità di anno in anno. In base alla vendemmia varia la dose delle due uve bianche. In questo caso il Pinot Bianco fa macerazione e dà polpa. Si presenta con una buccia di cipolla ramata, un colore molto distintivo, stile Borgogna.
L’eleganza delle bollicine sottilissime esalta la maturità degli aromi e del corpo succoso.
E’ fresco, pulito e molto beverino seppur sembri quasi un metodo classico. Poche parole per un entrée da degustatori navigati.
BOLLA CRU 2014 è la veste briosa della mano di Andrea, in modalità riserva.
Durella, di cui una parte macerata, e una punta di Pinot Nero con lunghe soste sui lieviti, un affinamento in grotta e un dosage zero.
Una piccola produzione di 1500/2000 bottiglie di uno spumante con fermentazione spontanea, dalle intense note mielate, di frutta matura, succo di mela e leggera sfumatura ossidativa. Il perlage è croccante e la beva decisamente elegante, acida e di lunga persistenza.
BIANCO POP 2016 è dato dall’insieme di Garganega, Manzoni, Durella e Pinot Bianco macerato sulle bucce, con prevalenza di vigneti su suolo vulcanico a 500 metri s.l.m.
Andrea lo definisce uno dei vini più precisi della sua gamma e per questo motivo continua la ricerca per arrivare ad una versione con maggiore identità. L’olfatto è ricco di profumi floreali e minerali, raffinato ed elegante nell’essenza. Si affianca una netta impronta di idrocarburo da Riesling. Il sorso è di pronta beva e facilità, senza spigoli di parti in prevalenza. E’ lungo e movimentato in bocca e tutta la semplicità apparsa al primo impatto a lungo andare si tramuta presentando un bel caratterino vispo ed astringente. Tutt’altro che un bianco easy.
PERLA CRU 2016 è il fratello di Bianco Pop, da zona calcarea. Garganega con Pinot Bianco e Chardonnay in piccole percentuali, che passano un po’ del loro tempo in botti di acacia. Per produrre questo vino, Andrea è ricorso all’esperienza maturata nella Loira, lasciando i grappoli in pianta fino ad un’estrema maturazione. Questa surmaturazione porta a sentori di caramello, affiancati da pesca, albicocca e un prato fiorito.
In bocca c’è poco da commentare, fatto sta che questa sfumatura di Garganega è una perla rara italiana che incanta il palato.
Complimenti per lo stile e per lo studio di questo progetto.
Il non-statico di Tenuta L’Armonia l’ho testato in piccole dosi da vasca, da botte, da bottiglia appena chiusa, da bottiglia senza ancora un nome perchè lì, come vi ho detto, è tutto un viaggio in un sistema che ogni giorno vuole rinnovarsi!
Alla prossima Andrea e #cincin
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