Dopo aver collaborato undici anni con Giuseppe Quintarelli, esperienza umana molto forte e costruttiva, Nicola Ferrari ha deciso di gestire la piccola azienda agricola di famiglia situata in Località Santoccio, a Fumane.
E’ l’anno 1998 quando acquista 3 ettari di vigneti nei pressi dell’azienda e comincia la propria avventura. Inizialmente le uve venivano conferite alle cantine sociali, la svolta avviene nel 2006 con la scelta di produrre proprie etichette in piccole quantità, circa 5.000 bottiglie tra Amarone e Ripasso.
Il terreno argilloso della zona ha permesso alle viti una produzione più redditizia ed importante a partire dal quinto anno. Questo aspetto e l’aumento della superficie vitata hanno permesso una produzione sulle 30.000 bottiglie a partire dal 2012.
L’eleganza fa da padrona sull’eccessiva struttura in queste versioni della DOC Valpolicella.
L’annata 2015 del Valpolicella Classico, proposto come entrée, è frutto delle quattro uve principali (Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara) che per la prima volta sono rimaste in affinamento 8-9 mesi in vasche di cemento, rispetto alle versioni precedenti per le quali veniva utilizzato solamente l’acciaio. Il rosso rubino è ben concentrato, il frutto al naso è intenso ed accompagnato da note dolci eleganti. La percezione dell’acidità rinfresca il palato e si intreccia con un leggero tannino verde. Di buon corpo, con un finale che riscalda insieme al ritorno dell’amarena che incanta.
Nel Valpolicella Superiore 2014 la frutta invece si sposa con fiori, pepe nero, un accenno di muschio e un ricordo di caramella, quasi zucchero a velo. Sorprende l’acidità spiccata di primo impatto che riporta al mondo degli agrumi, con un finale morbido e persistente. Un anno in acciaio per 2/3 del prodotto, il restante invece affina in barrique, sempre per un anno.
Affinamento di due anni in tonneaux e botti grandi per il rubino intenso e concentrato del Ripasso 2014. Lo annusiamo e mi sembra di assaporare una confettura di ciliegie, contornata da note erbacee e minerali che riconducono al terreno. Il tannino passa leggermente in bocca e si bilancia con l’acidità spiccata che genera salivazione. La ciligia emerge anche in bocca, con un finale leggermente sapido.
La libera espressione del vino di Nicola è SantoccioRosso, piacevole, biricchino ma conquistatore. Un intreccio tra uve autoctone ed internazionali: Corvina e Corvinone in appassimento fino a fine dicembre assemblate a Merlot, Sangiovese e Cabernet precedentemente pigiati freschi. Una sosta in barrique di rovere per due anni amplia le sensazioni olfattive importanti di questo rosso granato. Il sorso è “succoso” e morbido all’ingresso, seguito da tannini docili e da una buona acidità. Lunga la persistenza con un ritorno stranamente legato al gelsomino (una sensazione piacevole da provare…). Con il calore dei suoi 15° rispunta la ciliegia, stavolta sottospirito.
La scorpacciata di ciliegie si conclude con l’Amarone 2012, da gustarsi in modalità “slow”. Buongiorno Chiodi di Garofano! E buongiorno anche a voi Chicchi d’Uva!
Vi lascio così… con questo ricordo di dolcezza per coccolarvi e stuzzicarvi il pensiero in queste serate gelide.
#cincin
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