L’unione fa la forza.
Eh già… in questo caso l’unione dal 1973 delle famiglie Serego Alighieri e Boscaini ha dato vita a una delle più grandi potenze della rinomata Valpolicella.
Ho dedicato un sabato alla Masi Wine Experience nella tenuta Serego Alighieri seguita dalla bottaia di Masi Agricola a Gargagnago di Valpolicella (VR).
La splendida giornata semi-primaverile mi ha fatto vedere finalmente la Foresteria di Serego Alighieri, dimora della famiglia, comprata nel 1353 da Dante Alighieri, divenuta oggi punto focale dell’azienda per l’accoglienza con wine tour, sale dedicate ad eventi e un bed and breakfast. L’ingresso al wine shop mi ha stoppato per un attimo con un velo di profumi di passito e uva sultanina che ti avvolgono appena metti piede all’interno della tenuta. Poi con Marta, che ci ha accompagnati splendidamente nella nostra Wine Experience, la porticina magica sulla destra si è aperta facendoci apparire delle botti di ciliegio da 550 a 900 litri che per la linea di vini Serego Alighieri tracciano un’impronta fondamentale nel processo di ogni vino. Masi invece punta all’utilizzo solo delle botti di rovere. Nelle foto noterete subito la differenza del colore e della lucidità dei due legni.
Il ciliegio, simbolo della tradizione della Valpolicella per la coltivazione, è un legno molto poroso che enfatizza le note della ciliegia ed è molto più lucido e brillante alla vista (oltre ad emanare un profumo ricco e dolce). In ognuno dei vini Serego Alighieri, come vi accennavo, dopo il passaggio nelle botti di rovere, l’affinamento viene concluso in quelle di ciliegio.
Una volta entrati in uno dei 15 fruttai che l’azienda possiede per l’appassimento si arriva a un’altra particolarità citando i rinomati Amarone e Ripasso. Qui, il gruppo tecnico Masi ha certificato l’Appaxximento come metodo 100% Appassimento su aréle di bamboo per cinque Amaroni e tre Recioti. Nominando il Ripasso, in voga negli ultimi periodi, non ci viene confermato l’utilizzo delle vinacce per ripassare il vino ma bensì si arriva a un processo di Doppia Fermentazione come affinamento della tecnica familiare che viene migliorata dopo aver sbloccato il termine RIPASSO, marchio registrato storicamente dalla Masi e lasciato libero dal 1998 per essere poi inserito nella DOC successivamente.
Come arrivano dunque a questi vini di medio corpo? Innanzitutto viene abolito l’utilizzo delle vinacce.
In vendemmia un terzo delle uve selezionate andranno in semi-appassimento per circa due mesi. Nel frattempo i due terzi principali di uva fresca vengono pigiati per iniziare la prima fermentazione in acciaio. Seguirà la pigiatura delle uve semi-appassite che verranno unite in un tino di legno con l’uva fresca già fermentata nel tank. Da qui partirà la seconda fermentazione indotta dagli zuccheri concentrati dell’uva appassita per finire successivamente ad affinare in legno.
Il vino più conosciuto, prodotto dal 1964 con la doppia fermentazione, è il Campofiorin. Giunto al 50esimo “compleanno” ha ricevuto come regalo una cantina solo per lui, Tenuta Canova a Lazise (ve l’avevo fatta conoscere lo scorso autunno, clicca qui per scoprire Tenuta Canova) dove tutte le uve del Campofiorin sostano in appassimento nel fruttaio della Tenuta e nei sotterrai possiamo trovare solo lui che “riposa” nelle botti.
Il Signor Campofiorin però rientra in Valpolicella per l’ultima sosta in questo tino da 50.000 litri che ho scoperto nella bottaia immensa che Masi nasconde dall’altro lato del Brolo, il vigneto recintato che divide la famiglia Boscaini da Serego-Alighieri.
Adesso vi lascio aprire l’agenda per programmare una Masi Wine Experience. Immagino che una certezza sulle garanzie dei loro vini ce l’abbiate già, senza che vi descrivo le etichette che ho assaggiato. Mi sembra corretto però non farvi limitare al marchio che conoscete, preferisco spronarvi nell’entrare nel loro mondo che è aperto a tutti.
Complimenti Masi, mi sento onorata di far parte del vostro gruppo di follower.
#cincin
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