
La Garganega che non conosci…
Dopo la scoperta da Gini nella mia ultima visita con le sfaccettature dell’uva Garganega nella zona classica del Soave, ho deciso di andare alla ricerca dei risultati che ha questo vitigno qualche ventina di chilometri più verso est, precisamente nella zona del Gambellara.
Ebbene sì, questo vitigno autoctono viene coltivato sia per dar vita al Soave che per il Gambellara. Verona e Vicenza hanno entrambe i terreni adatti per questa vite che ci regala dei vini bianchi asciutti e passiti conosciuti in tutto il mondo.



La zona di produzione dei vini ‘Gambellara’ è costituita da quattro comuni: Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo; un vasto settore collinare dal terreno di origine vulcanica con creste pianeggianti.
Menti Vini, giunti alla quarta generazione, mi ha ospitato in questa valle chiusa della Zona Selva, una delle sei sottozone della Doc Gambellara dove dal 2011 si sono spostati per costruire una nuova struttura che produce ca. 20.000 bottiglie con i loro 8 ettari vitati. Garganega in prevalenza sulle colline e Glera in pianura (vi ricordo che dal 2008 il disciplinare del Prosecco ha ampliato la zona di produzione anche con la provincia di Vicenza oltre a Treviso).
Torniamo però a noi e al Gambellara che spesso non si trova sulle nostre tavole o in mescita nei locali…. peccato perchè con questi terreni basaltici e vulcanici ci ritroviamo un vino di facile beva con dei profumi che ammaliano e una spiccata mineralità.
Per non parlare di qualche “riserva” che mantiene acidità e freschezza invidiabili.
Ops! Stavo per dimenticare gli splendidi Recioto di Gambellara e il “Vin Santo” dove l’uva viene raccolta prima che, con una maggiore acidità, permette di avere vini più longevi. Menti per il Recioto e il Vin Santo mette ad appassire l’uva o in cassettine o nei Picai; il tutto completamente in maniera naturale senza impianti di condizionatori, nel sottotetto dell’azienda.
L’enologo Nicola Menti nel 2008 ha preso in mano il progetto di recupero del Vin Santo di Gambellara in collaborazione con l’Università di Verona (avevo postato qualche giorno fa la locandina di una serata organizzata da questo progetto) dove le uve dei vari produttori vengono conferite tutte in un unico posto e pigiate con il torchio storico. Il risultato è un nettare che sosterà successivamente all’interno dei caratelli. La prima annata imbottigliata l’anno scorso, risultato di questi studi è l’anno 2009. Speriamo di riuscire la prossima volta a provare questo “succo d’uva mieloso!
Passiamo invece ai vini che Michela Menti mi ha fatto provare: le tre varianti della Garganega (LIBELLO, RIVALONGA e INSOLITO), il Reciottino frizzante alla vecchia maniera DAMA BIANCA e il Recioto di Gambellara MENS.
LIBELLO – Garganega del Veneto IGT – 2014
La nuova annata appena imbottigliata emoziona chi ama i vini con un bouquet complesso, dall’esplosione di frutta esotica ai fiori bianchi. Un vino destinato al consumo da giovane con 11.5° che rilascia al palato freschezza e mineralità.
RIVALONGA – Gambellara DOC Classico 2013
L’etichetta storica dell’azienda, il cru della collina sopra la tenuta. Viene premiato nel 2013 e nel 2014 tra i migliori Gambellara in quanto rispetta appieno la tipicità del territorio con una bella impronta di sapido e minerale. Di corpo ben strutturato con 12.5°, da accompagnare a qualche bella crudité.
INSOLITO – Gambellara DOC classico 2013
Premiato tra i TOP HUNDRED 2014 questo Gambellara dai profumi avvolgenti e un’importante acidità è quasi da meditazione per la sua persistenza con note burrose e salmastre. Una riserva dove il 13% fa un passaggio in legno.
DAMA BIANCA – Recioto di Gambellara frizzante 2013
Come mi ha detto Michela Menti è “suadente come una dama” con la sua leggera bollicina perlata per niente invadente e una dolcezza leggermente pronunciata.
Un residuo zuccherino superiore a 50g/L che affianca benissimo la freschezza e la mineralità di questo passito. Da provare (anzi, lo riproverò visto che non potevo non comprarlo!).
MENS – Recioto di Gambellara 2007
Anche qui troviamo un passito molto equilibrato come il Dama Bianca, per nulla stucchevole. Dal colore giallo ambrato e un profumo che ti ammalia con le sue note di miele; in bocca è molto piacevole con un ritorno caldo.
Alla prossima miei lovers…..
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