Il 30 ottobre sarà possibile immettere sul mercato il vino novello secondo quanto disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali 13 agosto 2012, che ha semplificato e accorpato le norme nazionali di attuazione della normativa comunitaria in materia di etichettatura in generale, di menzioni tradizionali e di designazione e presentazione dei vini a DOP e IGP.
Per la produzione e l’immissione al consumo dei vini novelli bisogna rispettare le seguenti regole:
– la menzione tradizionale “novello” è riservata solamente ai vini a DOP o IGP tranquilli e frizzanti;
– la loro immissione al consumo è ora anticipata al 30 ottobre;
– il periodo di vinificazione non può essere inferiore a 10 giorni dall’inizio della vinificazione stessa;
– il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera deve riguardare almeno il 40% del vino (in precedenza era il 30%);
– il titolo alcolometrico totale minimo al consumo non può essere inferiore a 11% vol. e il limite massimo di zuccheri riduttori residui non deve essere superiore a 10 g/l;
– non sussistono più disposizioni restrittive nell’uso di contenitori di capacità superiore a 1,5 litri e sono altresì soppressi i vincoli sui materiali utilizzabili per i recipienti;
Infine si ricorda che il vino novello deve essere ottenuto interamente con prodotto della stessa annata e non è consentito il taglio con il 15% di vino proveniente da altra vendemmia, come chiarito da una apposita comunicazione del Mipaaf.
Questi sono i punti più salienti della normativa…. Anche al Ministero hanno capito che il novello ha perso molto mercato, purtroppo, dovuto alle troppe “libertà” che erano concesse.
Noi speriamo sempre nell’onestà di chi lo produce!
Ma come si produce il vino novello????
Non come al “solito”…. Ma con una tecnica chiamata: Macerazione Carbonica.
La macerazione carbonica è una tecnica di vinificazione utilizzata per la produzione di un vino chiamato Beaujolais nouveau in Francia e, in seguito al D.M. 6-10-1989, Vino novello in Italia.
La tecnica consiste nel mettere grappoli di uva interi, intatti, non diraspati, per un tempo variabile da qualche ora a più giorni, dentro un serbatoio ermetico saturo di anidride carbonica. Si produce in questo modo una fermentazione alcolica intracellulare a carico degli zuccheri dovuta all’assenza di ossigeno che costringe le cellule dell’uva a passare al metabolismo anaerobio. Durante la macerazione si ha la trasformazione degli zuccheri in alcol etilico e in più avremo un alto grado di glicerina 19-20% a differenza di una normale fermentazione alcolica 8-9%. L’uva verrà lasciata a macerare in contenitori dove l’aria sarà sostituita con anidride carbonica (potremmo usare anche azoto) per un tempo che varia dai 7 ai 20 giorni ad una temperatura di circa 30-35°. Durante questo periodo l’alcool estrarrà dall’interno tutte le sostanze aromatiche della polpa e della buccia. Lo schiacciamento progressivo dell’uva sotto il proprio peso, facilitato dall’indebolimento della buccia, libera gradualmente del liquido nel serbatoio. Al termine di questa fermentazione si completa la pigiatura dell’uva e si lascia che l’eventuale residuo zuccherino venga trasformato in alcool nel modo convenzionale.
Il vino ottenuto con questa tecnica è caratterizzato da sentori fruttati, da morbidezza ed armonia di gusto. Normalmente si ottengono vini con livelli tannici molto bassi, subito pronti da bere, privi della struttura necessaria per l’invecchiamento.
Il metodo tradizionale di produzione in Francia prevede che il 100% del vino contenuto in una bottiglia di Beaujolais Nouveau sia prodotto con il metodo sopradescritto, utilizzando esclusivamente uve Gamay.
Che aggiungere… Aspettiamo fine mese per assaggiare il primo novello 2012!!
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